Una soluzione a ozono disinfetta i reflui al 99,9%
Giardino Storico Garzoni a Collodi, nel comune di Pescia, provincia di Pistoia in Toscana, Italia (Fonte immagine: Xylem Inc.)
La complessa composizione del refluo proveniente dal comparto industriale e, in piccola parte, da quello urbano afferente al depuratore, oltre alla classificazione del corso idrico superficiale in cui recapita lo scarico finale come “area sensibile”, ha portato il Consorzio a inserire la tecnologia basata sull’uso dell’ozono come processo di trattamento terziario del refluo allo scopo di massimizzare l’efficacia depurativa dell'impianto e affinare il trattamento prima dello scarico in corpo idrico superficiale.
Il problema del colore
La necessità del comparto cartario di produrre colorato ha portato a valutare il trattamento del possibile colore residuo nelle acque di scarico. Il trattamento dei residui di tinture e pigmenti utilizzati nell’industria cartaria non è banale e per questo i responsabili del Consorzio hanno scelto di adottare tecnologie non convenzionali legate all’impiego dell’ozono per migliorare il problema della colorazione residua nelle acque reflue. Questa molecola è infatti in grado di ridurre il carico organico residuo ed eliminare l’effetto cromatico del refluo grazie a una efficace azione ossidante.
L’ozono è la soluzione
Proprio confidando nell’esperienza maturata negli anni, i responsabili del Consorzio hanno scelto la soluzione proposta da Xylem per massimizzare l’efficacia del trattamento depurativo. A seguito di un’approfondita analisi condotta dai tecnici di ambo le parti, è risultato evidente che l’impiego del trattamento a ozono avrebbe ridotto notevolmente non solo il problema del colore residuo delle acque reflue, ma anche la carica batterica residua migliorando così la qualità dello scarico idrico.
Al via la sperimentazione
Si è scelto di procedere con un approccio graduale, attraverso una prima fase puramente sperimentale dosando ozono, prima dello scarico finale nel corpo idrico superficiale, nelle acque reflue per una durata di sei mesi. I risultati della fase sperimentale sono stati ampiamente positivi e hanno spinto i responsabili del depuratore all’acquisto del generatore di ozono Wedeco e delle attrezzature Xylem.
I risultati
I tecnici di Xylem hanno allestito un container con l’intero sistema di generazione dell’ozono e le apparecchiature tarate sulle effettive esigenze del Consorzio. Inoltre, il generatore di ozono è dotato di un sistema di controllo automatizzato. In fase sperimentale l’efficacia depurativa del trattamento di finitura basata sull’utilizzo dell’ozono per i problemi legati al colore, alla carica batterica e al COD delle acque reflue è stata immediatamente confermata dai tecnici del laboratorio interno. I risultati sono stati confermati anche dagli Enti di controllo che eseguono il campionamento dello scarico idrico nel corpo recettore finale.
Interamente a regime, un impianto come quello installato presso il Consorzio può produrre fino a 2,5 kg di ozono ogni ora. Una quantità di ozono che permette di trattare ben 400 mc/h di acque reflue raggiungendo percentuali di abbattimento della carica batterica e virale pari al 99,9% (ovvero 3 Log). Questo significa anche il raggiungimento di standard qualitativi compatibili con un eventuale successivo avvio a riutilizzo delle acque depurate.
Ozono anche nei fanghi
Per garantire un efficace trattamento terziario sulla linea acque prima dello scarico anche in occasione di carico inquinante anomalo (es. carica batterica particolarmente concentrata), il dosaggio dell’ozono è leggermente superiore rispetto alle esigenze teoriche. Il gas in eccesso viene reimmesso a monte del processo di trattamento in modo da evitare eventuali sprechi.
Fonte: Xylem Inc.